Menu Chiudi

Bilinguismo e diglossia dei territori bizantini e longobardi del Mezzogiorno di Rosanna Sornicola

Bilinguismo e diglossia dei territori bizantini e longobardi del Mezzogiorno di Rosanna Sornicola

Pubblicato nella collana “Quaderni dell’Accademia Pontaniana”, il volume Bilinguismo e diglossia dei territori bizantini e longobardi del Mezzogiorno. Le testimonianze dei documenti del IX e X secolo di Rosanna Sornicola analizza preliminarmente il retroterra culturale e linguistico in cui si formarono le scriptae documentali dell’alto Mezzogiorno d’Italia: i ducati di Gaeta, Napoli e Amalfi e i ducati (principati) longobardi di Benevento, Salerno e Capua. Come altre aree meridionali, nei secoli tra la riconquista bizantina e l’avvento dei Normanni, questi territori hanno avuto al loro interno una complessità culturale e linguistica, che costituisce un banco di prova estremamente interessante per il linguista moderno. Essi infatti pongono dei problemi di fondo di sociolinguistica storica e costringono a ripensare l’impiego dei modelli del bilinguismo e della diglossia per epoche e contesti come quelli esaminati.

La parte centrale del lavoro è dedicata all’analisi linguistica delle fonti documentali prescelte: Codex Cajetanus, Codice Diplomatico Amalfitano, Regii Neapolitani Archivi Monumenta, Regesta dei Monumenta ad Neapolitani Ducatus Historiam Pertinentia, Codex Cavensis, Carte del Capitolo della Cattedrale di Benevento. Sono stati inoltre esaminati alcuni documenti del Codice Diplomatico Longobardo dell’VIII secolo, ma pervenuti in copia del X, e alcuni documenti del Chronicon Sanctae Sophiae redatti alla fine dell’VIII e nel IX secolo, ma pervenuti in copia della prima metà del XII, nonché il Pactum Arechis principis cum iudice neapolitanorum (databile al 780), e il Pactum Iohannis ducis cum Landulfo, Atenulfo et alio Atenulfo principibus Beneventi et Capuae (databile al 933), pervenuti in un manoscritto dell’XI sec.

Le differenze culturali tra aree bizantine e longobarde si riflettono anche nelle caratteristiche linguistiche dei rispettivi documenti. Le carte notarili provenienti da Napoli, Gaeta e Amalfi, anche quelle che sono relativamente più vicine alle norme grammaticali classiche e presentano una certa raffinatezza stilistica, mostrano delle libertà di scelta nei costrutti e nello stile, con fenomeni che in parte sono già ben documentati nella lingua degli ultimi secoli dell’impero romano.

D’altro canto, sebbene alcuni fenomeni si manifestino in entrambi i domini, in qualche misura la latinità delle carte notarili longobarde sembra caratterizzata da chiare e cospicue particolarità nelle formule, nelle strutture sintattiche e nelle scelte lessicali. Tali documenti inoltre hanno una variabilità linguistica che sembra più ampia rispetto a quella dei documenti di Napoli, Gaeta e Amalfi. In particolare, le carte notarili provenienti dalla raccolta dell’Abbazia di Cava sono le più ricche di lessemi e strutture volgari, mentre le carte della Cattedrale di Benevento presentano spesso tratti linguistici più conformi al latino classico.

Espressione di società poste alla frontiera dei mondi romano-bizantino e germanico, questi documenti mostrano tutta la complessità delle dinamiche culturali e linguistiche che su questa frontiera si intrecciarono a lungo, e sollevano una serie forse inesauribile di domande per lo studio del rapporto tra latino e lingue in contatto, e tra registri del latino e formazione dei volgari. Dopotutto, fu su questa frontiera che l’Impero romano d’Occidente visse la sua ultima e più drammatica stagione, prima di dissolversi, un fatto di capitale importanza anche per chi di questa dissoluzione studia gli aspetti linguistici.


ISBN: 9788874316533
Editore: Accademia Pontaniana
Collana: Quaderni dell’Accademia Pontaniana, 59
Anno: 2012
pp.: 104