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Alla conquista del codice scritto a cura di Elisa D’Argenio e Rosanna Sornicola

Alla conquista del codice scritto a cura di D'Argenio e Sornicola

Di prossima pubblicazione, il volume Alla conquista del codice scritto. L’apporto dei Visigoti e dei Longobardi alla formazione della lingua del diritto europeo a cura di Elisa D’Argenio e Rosanna Sornicola raccoglie contributi di studiosi specialisti di ambiti diversi su un tema importante per la storia linguistica e culturale europea: l’apporto dei Visigoti e dei Longobardi alla formazione della lingua del diritto europeo. Questo tema è stato più spesso affrontato dalla prospettiva degli studi di storia medievale e diritto romano, e meno frequentemente dal punto di vista degli studi sulle trasformazioni del latino e le sue interazioni con le lingue delle popolazioni germaniche. Invece si propone qui una visione che tenta di integrare le dimensioni multiple che il tema comporta.

Il diritto romano è una delle eredità più importanti del patrimonio classico. Esso ha inciso in maniera significativa sulla formazione e la fisionomia delle identità culturali europee. La sua trasmissione ha comportato lo sviluppo di competenze tecniche diversificate che hanno costituito il sapere condiviso su cui si basano i sistemi giuridici dei moderni stati europei. Durante l’alto Medioevo alcuni centri di scrittura del Mediterraneo hanno svolto un ruolo cruciale nella conservazione e trasmissione di questo patrimonio nel resto del continente europeo, con trasformazioni e adattamenti differenti nello spazio e nel tempo. Il diritto romano ha avuto un’influenza profonda e di lunga durata sulla storia politica e sociale dei paesi dell’Europa meridionale e sulla formazione delle loro visioni del mondo e dei loro costumi.

L’Italia è stata una delle roccaforti di questa trasmissione. Ravenna e il Sud bizantino (i ducati di Napoli, Gaeta, Amalfi) furono luoghi che nell’alto Medioevo preservarono la tradizione giuridica e amministrativa romana. Anche la penisola iberica, e in particolare Toledo, uno dei suoi più importanti centri di scrittura, prese parte in maniera significativa alla trasmissione del diritto romano nell’Europa meridionale.

Ciò che è di particolare importanza è che la trasmissione della tradizione giuridica e amministrativa romana non fu soltanto una mera conservazione passiva. Essa giocò un ruolo di primaria importanza nell’etnogenesi culturale delle popolazioni germaniche che vennero in contatto e coesistettero con i Romani. In questo processo di etnogenesi la messa per iscritto in latino del diritto germanico, tramandato per secoli soltanto oralmente, costituì un momento decisivo. Tanto nella penisola iberica quanto in Italia, essa fu ispirata da un piano consapevole di legittimazione e autorappresentazione simbolica del potere regale rispetto alle diversi genti che convivevano sotto il dominio germanico. La concezione, l’elaborazione e la redazione dei codici furono operazioni che comportarono numerose difficoltà sul piano della espressione interculturale di forme e istituti giuridiche.

Sul piano squisitamente linguistico, accanto ai problemi relativi alle scelte tecniche di traduzione, e forse prima ancora, si posero i problemi di selezione delle fonti di riferimento, di strutturazione della materia giuridica e di costituzione dell’ordito macro- e micro-testuale. L’intero processo può essere considerato come la conquista di un nuovo assetto politico, culturale e linguistico attraverso il codice scritto.

Nei regni visigotici si crearono nuove forme culturali profondamente permeate dalle idee e dai valori della tradizione romana e della letteratura cristiana, che fiorì nei diversi centri di formazione culturale. Il Codex Euricianus, il Breviarium Alaricianum (Lex Romana Visigothorum) e la Lex Visigothorum sono di particolare rilevanza per la ricostruzione della storia sociale e linguistica della Spagna.

Le leggi dei Longobardi (l’Editto di Rotari e le altre Leges Langobardorum) testimoniano le profonde trasformazioni linguistiche del latino che prefigurano le nuove strutture dei volgari della penisola italiana e i nuovi assetti sociali che si consolidarono nei secoli successivi. Esse documentano, inoltre, cambiamenti di mentalità e abitudini rispetto alla tradizione romana che hanno avuto un impatto di lunga durata sulla vita della società italiana nel Medioevo.

Il volume affronta queste tematiche da tre prospettive: la testualità delle leggi come fonte per la storia dei Visigoti e dei Longobardi; i problemi che comporta l’analisi lessicale dei tecnicismi del diritto romano e del diritto germanico; gli aspetti della morfosintassi delle leggi visigotiche e longobarde come spia delle trasformazioni del latino tardo.